Sede

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Spicca inconfondibile nel profilo meridionale del centro storico di Rieti, Palazzo Potenziani Fabri, sede della Fondazione Varrone dopo esserlo stato del Centro studi della Cassa di Risparmio di Rieti. Il complesso è il risultato di una secolare sequenza di interventi edilizi volti ad unificare fabbricati preesistenti, dal nucleo primitivo risalente al XIII secolo, ai settori di proprietà della famiglia Potenziani che nell’Ottocento lo utilizzava per i suoi uffici amministrativi. Da ricordare anche la proprietà (e l’opera) della famiglia Pasimelli, qui residente fra il XIII e il XV secolo, alla quale si deve la decorazione a fresco di due sale al primo piano e il quattrocentesco soffitto ligneo a lacunare di due sale al primo piano. Nel XVI secolo il Palazzo passò alla famiglia Fabri, ai quali molto probabilmente si deve l’unificazione degli edifici preesistenti in un unico imponente edificio, come attestano gli stemmi della famiglia accanto a quelli di casa Farnese che si possono ammirare in diverse stanze del palazzo.  
Nell’Ottocento i documenti dell’epoca lo indicavano come "granaio Potenziani", per le massicce scorte agricole che venivano stipate nel vasto sottotetto, frutto dell’intensa attività agricola della famiglia, che ai primi del Novecento avrebbe sostenuto a spada tratta le sperimentazioni agricole di Nazzareno Strampelli, il “mago del grano”, nella piana reatina. L’uso promiscuo dello stabile – un po’ ufficio, un po’ magazzino - ne accelerò il degrado, che sembrava ormai inarrestabile quando nel 1979 il palazzo fu acquistato dagli eredi dell’ultimo principe, Ludovico Spada Varalli Potenziani, da parte della Cassa di Risparmio di Rieti.
Il primo intervento di risanamento, recupero e restauro fu eseguito dall’architetto Riccardo Pacini. Attualmente, il palazzo è sede della Fondazione Varrone, che ne ha promosso il riassetto creandovi nuovi spazi attrezzati per mostre e conferenze.